EMS, l’occhio di Copernicus per affrontare le emergenze

02 agosto 2021

Acquisire immagini e fornire mappe satellitari fondamentali per la gestione delle operazioni di soccorso: è il Copernicus Emergency Management Service (EMS) – Rapid Mapping, guidato da e-GEOS e che vede la partecipazione di GAF e Telespazio Iberica, oltre che diITHACA, SERTIT, SIRS, GMV e CLS. 

Il progetto EMS è finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Copernicus e coordinato dal Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea.

Tra il 13 e il 15 luglio scorso una pioggia incessante ha colpito la Germania occidentale, il Belgio e i Paesi Bassi, gonfiando i fiumi e causando dei tragici alluvioni. Il 16 luglio un incendio ha colpito l’isola greca di Samos. Pochi giorni più tardi, un altro incendio è scoppiato in Spagna, vicino la cittadina di Albacete: in poche ore sono andate in fumo oltre 2500 ettari di bosco. Nei giorni successivi altri incendi hanno funestato le regioni italiane di Sardegna e Sicilia, e altri Paesi come la Turchia, la Grecia o l'Albania. 

Nella gestione di emergenze come queste, le autorità e le protezioni civili locali, oltre a contare sulla mutua assistenza in campo europeo, possono far affidamento sul Copernicus Emergency Management Service (EMS) – Rapid Mapping (RM), il servizio nell’ambito del programma del programma Copernicus in grado di fornire rapidamente mappe satellitari delle aree colpite.

Ogni giorno dell’anno, per 24 ore al giorno, il servizio Rapid Mapping è in grado di fornire in tutto il mondo informazioni e mappe satellitari per diversi tipi di disastri, siano essi di naturali o meteorologici, o causati dall’uomo. Si tratta di strumenti essenziali sia per coordinare i soccorsi durante l’emergenza ma anche, in prospettiva, per prevenire e mitigare eventuali eventi avversi futuri.

Per vigilare sulle emergenze, Rapid Mapping fa affidamento sui dati delle Sentinelle del programma europeo di osservazione satellitare Copernicus oltre che delle cosiddette Copernicus contributing missions, missioni nazionali, come ad esempio l’italiana COSMO-SkyMed o la francese SPOT – solo per citarne alcune – che forniscono, in caso di necessità, i loro dati.

Fin dalla creazione nel 2012, il servizio EMS – Rapid Mapping ha fornito mappe e informazioni per oltre 520 eventi. Il servizio è gestito dal JRC della Commissione europea con la produzione delle mappe che è invece responsabilità di un consorzio europeo guidato da e-GEOS (un’azienda Telespazio, 80%/ASI, 20%) e alla quale partecipano anche GAF – un’azienda 100% e-GEOS – e Telespazio Iberica.

Lucia Luzietti, che dirige dalla Sala Emergency di Roma il team di e-GEOS dedicato al servizio, ci ha raccontato come funziona il loro lavoro e come i dati satellitari possano aiutarci per prevenire e mitigare le emergenze del futuro.

 

La Sala Emergency di EMS – Rapid Mapping può ricevere numerose richieste in pochissimo tempo. Come si gestisce una tale mole di attività? 

L’organizzazione del Team che eroga il servizio Copernicus EMS Rapid Mapping è stata progettata per poter far fronte a picchi di attività che si possono avere in corrispondenza di grandi emergenze, come quella che si è verificata nel Nord Europa o in situazioni in cui il Team è chiamato a supportare diverse emergenze in parallelo. In particolare, possiamo attivare contemporaneamente fino a 7 diversi centri di Produzione in Europa, ognuno dei quali è perfettamente equivalente all’altro, realizzando di fatto una grande capacità di produzione 24/7. Il tutto coordinato da due Team di Emergency Manager in carico ad e-GEOS e SERTIT, azienda francese anch’essa parte del consorzio.

 Come avviene il processo di attivazione?

Il processo di attivazione è molto veloce, poiché il requisito fondamentale di un servizio di Rapid Mapping è la tempestività. L’Emergency Manager riceve una nuova richiesta di attivazione per il servizio Copernicus EMS Rapid Mapping via mail dall’Emergency Response Coordination Center (ERCC), la sala operativa 24/7 della Protezione Civile Europea a Bruxelles, seguita poi da una chiamata di allerta, insieme alle informazioni sull’evento, le aree di interesse e la tipologia di analisi utile per l’Utente. Il Team si attiva immediatamente in quanto nelle prime due ore si definiscono tutti i dettagli della produzione direttamente con l’utente del Servizio, in modo da finalizzare, attraverso l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) l’ordine delle prime acquisizioni satellitari disponibili sulle aree da monitorare. Per gli Utenti Autorizzati che vogliono accedere al servizio la procedura è molto semplice, e consiste nella compilazione di un documento che deve essere inviato a ERCC via mail che finalizza una analisi della nuova richiesta e un iter autorizzativo a valle del quale la richiesta viene inviata a noi come Fornitori del Servizio.

 Quali sono gli altri attori coinvolti nell’ambito di un’attivazione?

Sono molti gli attori coinvolti in una attivazione di Rapid Mapping. Inizio menzionando ancora una volta ERCC, che non solo ci contatta in caso di nuove richieste, ma ci supporta durante l’intera attivazione, così come il Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea per gli aspetti più tecnici. Gli Utenti, inoltre, sono attori fondamentali, in quanto grazie alla loro disponibilità abbiamo l’opportunità di raccogliere feedback direttamente dalle persone che operano sul campo e quindi a comprendere meglio i requisiti e pianificare al meglio tutta la produzione. E poi c’è l’ESA, che si occupa della fornitura dei dati satellitari, grazie al grande contributo dato dalle Sentinelle e dalle Copernicus Contribuiting Missions. Infine, ci siamo noi, come Fornitori del Servizio, con il Team di Coordinamento e i diversi Centri di Produzione.

In un pianeta che sta vivendo una fase di profondi cambiamenti climatici, come possiamo utilizzare i satelliti per prevenire eventuali disastri?

 I dati satellitari sono oggi una fonte preziosa di informazioni. In particolare, la mole di dati disponibile ci consente di poter studiare in modo molto dettagliato come un territorio risponde a certi eventi in termini di danni alla popolazione, alle infrastrutture, etc. La comprensione di eventi estremi passati consente quindi di poter correttamente pianificare interventi di mitigazione del rischio ed essere quindi più preparati agli eventi estremi.

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