Nei prossimi anni partiranno alla volta della Luna numerose missioni spaziali con l’obiettivo di stabilire basi e avamposti per astronauti, scienziati e, perché no, turisti. A differenza di quanto avvenuto negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso però, questa volta il ritorno dell’uomo sulla Luna dovrà essere sostenibile e duraturo e creare nel tempo una vera e propria Lunar Economy.
Per questo, tutti coloro che si troveranno a passeggiare sulla superficie del nostro satellite naturale dovranno avere a disposizione servizi, come quelli di comunicazione e posizionamento, e infrastrutture, come quelle necessarie per la produzione costante di energia.
Ed è qui che entra in gioco il progetto ORiS: una “centrale elettrica” orbitante la Luna, in grado di alimentare l’esplorazione e la colonizzazione umana del nostro Satellite. L'energia solare accumulata viene trasmessa in modo wireless, dall'infrastruttura orbitale fino alle basi lunari, tramite una tecnologia laser in fase di sviluppo dalla startup.
Abbiamo parlato di ORiS e di quanto avvenuto negli ultimi mesi con Andrea Villa, laureando magistrale in Ingegneria aerospaziale al POLITO e studente di un master MBA, appassionato di spazio e calcio, con un passato da pianista in conservatorio.
Andrea ci ha raccontato come si affronta una PoC di un progetto così complesso, dell’importanza del lavoro di gruppo, oltre a dare qualche consiglio a tutti coloro che stanno per partecipare al #T-TeC 2023, la cui scadenza finale di consegna di elaborati e progetti – il 10 dicembre – è ormai vicina.
Andrea, lo scorso anno il progetto a cui hai preso parte, ORiS, ha vinto la possibilità di realizzare una Proof of Concept finanziata da Leonardo con la collaborazione tecnica di Telespazio. Come sta andando?
La partecipazione a #T-TeC 2022, e la vittoria del premio Test-It è stata un vero momento di svolta per ORiS. All’epoca della competizione, infatti, il progetto era stato sviluppato e studiato solo da un punto di vista simulativo. Grazie alla Proof of Concept finanziata da Leonardo è stato possibile compiere un importante passo in avanti. Lo svolgimento è ancora in corso e ci sta permettendo di validare in laboratorio tanto lavoro simulativo che avevamo sviluppato. Stiamo verificando il rendimento della tecnologia di trasmissione in diverse condizioni di utilizzo e con differenti tecnologie di ricezione. I risultati intermedi sono incoraggianti, sappiamo che c’è molto lavoro da fare ma i risultati che otterremo grazie a questa PoC sono sicuramente una tappa fondamentale per l’avanzamento del progetto.
ORiS è sostanzialmente un'infrastruttura in orbita lunare per la trasmissione di energia senza fili alla superficie lunare. Come si realizza una PoC di un’idea così complessa?
Per realizzare una PoC di questo tipo l’approccio migliore è suddividere un unico grande problema in più parti, tutte collegate tra loro. In questo modo si riesce ad attribuire una gerarchia agli sviluppi tecnici, e individuare le dipendenze tra le differenti tecnologie in gioco. Questo serve perché quando in un progetto sono presenti molte tecnologie, e molti aspetti da verificare per ognuna di esse, non è possibile testare tutto contemporaneamente. Ad esempio, se si pensa all’infrastruttura di ORiS essa si compone di un segmento in orbita per la trasmissione di energia, e uno sulla superficie lunare per la ricezione. Nell’ambito della programmazione per la PoC vinta al #T-TeC 2022 abbiamo individuato la tecnologia più importante da testare per ognuno dei due segmenti. I risultati di questi test ci permetteranno di aumentare il livello di fedeltà dei nostri modelli simulativi e inoltre di programmare quali saranno i prossimi aspetti chiave da testare.
Perché tu e il tuo team avete deciso di partecipare al contest di Telespazio?
Abbiamo visto il #T-TeC 2022 come una opportunità molto prestigiosa e che ci avrebbe dato, a prescindere dal risultato, la possibilità di avere un feedback da parte del mondo dell’industria spaziale. È stato un momento di crescita e di cambiamento di mentalità per noi di ORiS che fino a quel momento avevamo avuto modo di lavorare solamente a contatto con il mondo accademico. Uno degli aspetti più positivi legati al contest è stato vedere che il mondo industriale fatto da player importanti aveva la volontà di supportarci ed aiutarci, che era davvero interessato al nostro progetto e siamo stati trattati sempre alla pari, dinamica che personalmente all’inizio mi ha molto colpito in positivo. Probabilmente per retaggi legati ad un modo di operare più caratteristico del passato si è abituati a pensare che le grandi aziende siano interessate solamente ad operare internamente, mentre è stato di grande ispirazione vedere che l’attitudine è quella di interessarsi e supportare anche realtà emergenti come la nostra.
Vi aspettavate di essere tra i progetti più apprezzati? Quali sono, secondo te, le caratteristiche che deve avere un buon progetto spaziale?
Eravamo soddisfatti della qualità del lavoro svolto e questo credo ci abbia dato la giusta sicurezza durante le fasi di valutazione. Nonostante questo, il risultato non era per nulla scontato trattandosi di un contest diffuso a livello mondiale a cui partecipano moltissimi progetti interessanti.
In generale credo che la caratteristica più importante di un buon progetto spaziale debba essere quella di affrontare un problema reale e concreto, mantenendo una mente aperta per trovare soluzioni nuove e innovative. La seconda caratteristica in ordine di importanza, e questo vale per tutti i progetti, che siano spaziali oppure no, è il team di lavoro. A differenza di quanto si è abituati a pensare in ambito accademico, quando si lavora a progetti così ambiziosi, è impossibile partire con tutte le competenze necessarie, altrimenti il progetto sarebbe già stato realizzato da altri! Per questo motivo, secondo la mia esperienza, avere un team di lavoro con una forte determinazione di imparare ogni giorno per arrivare al risultato, è fondamentale.
Tra pochi giorni, il 10 dicembre, scade la deadline per partecipare all’edizione 2023 del #T-TeC. Hai qualche consiglio da dare a chi si candida per il contest?
Mi viene in mente un consiglio su come dovrebbe essere visto il #T-TeC. Non candidatevi pensando che questo sia un contest solo dove ricevere un riconoscimento in più, perché il #T-TeC inizia quando finisce. Il vero valore aggiunto, e ciò che lo distingue rispetto a tutti gli altri contest, è la possibilità di iniziare ad interfacciarsi e lavorare con due delle aziende più importanti del settore dell’ aerospazio e difesa.
Dunque, il consiglio è di candidarvi e sfruttare appieno l'esperienza. In qualunque stadio ci si trovi, una volta che si ha un'idea del progetto e del proprio obiettivo, presentarla davanti ad una commissione di esperti e ricevere dei feedback fa sempre bene e fa parte anche quello della crescita di una startup!