Il telefono può squillare in qualsiasi momento, giorno e notte. Nella Emergency Room di e-GEOS, c’è sempre qualcuno pronto a rispondere, perché le catastrofi non hanno orari e spesso colpiscono all’improvviso.
Da via Tiburtina, a pochi chilometri dal centro di Roma, parte un supporto fondamentale per chi si trova in prima linea durante le emergenze: qui le immagini satellitari si trasformano in mappe, dati e strumenti concreti per aiutare popolazioni e soccorsi in difficoltà.
La sala emergenze è composta da due ambienti comunicanti: uno dedicato al coordinamento operativo e l’altro popolato da file di computer. Ogni monitor è una finestra aperta sul mondo, da cui osservare aree colpite da terremoti, alluvioni, incendi o frane.
Le richieste di aiuto arrivano da Bruxelles, sede del coordinamento europeo, che le smista a uno dei due centri del Copernicus Emergency Management Service. Da quel momento inizia una lotta contro il tempo.
Il fattore tempo
Quando scatta l’allerta, il team ha al massimo due ore per completare la prima analisi, definire insieme all’utente le aree di interesse e acquisire le immagini satellitari necessarie. Non perdere un passaggio utile può fare la differenza tra avere mappe aggiornate e trovarsi senza strumenti in mano ai soccorsi.
Dietro Luzietti, gli operatori osservano e interpretano i dati satellitari: dal terremoto che ha devastato il Myanmar a eventi più vicini, come l’alluvione che nel 2023 ha messo in ginocchio la Romagna. In questi casi, i satelliti radar della costellazione europea Sentinel, capaci di “vedere” anche attraverso le nubi, permettono di fornire informazioni rapide e affidabili.
Prima e dopo la catastrofe
Il lavoro della Emergency Room non si ferma al momento dell’impatto. Grazie al Rapid Mapping e al Recovery Mapping, vengono prodotte mappe sia nell’immediato, per indirizzare i soccorsi, sia nelle settimane e nei mesi successivi, per valutare l’entità dei danni e pianificare la ricostruzione.
Dal 2012, quasi un migliaio di emergenze in decine di Paesi sono state seguite dal centro di e-GEOS.
Le mappe arrivano ovunque servano: alle squadre di soccorso in aree remote, agli operatori delle Nazioni Unite, o – come nel terremoto del Nepal del 2015 – persino in versione a bassa risoluzione, per poter essere stampate sul campo con strumenti rudimentali. L’obiettivo resta sempre lo stesso: dare informazioni affidabili a chi deve salvare vite.
Quando l’emergenza è vicina
Non sempre le catastrofi accadono a migliaia di chilometri. Nel 2016 il terremoto di Amatrice fece tremare anche i muri della sede di e-GEOS a Roma.
“Molti colleghi avevano parenti e amici nei comuni colpiti, e la scossa l’abbiamo sentita tutti” ricorda Luzietti. La vicinanza personale e geografica rese quel lavoro ancora più intenso, con giornate e notti dedicate senza sosta a fornire mappe e dati aggiornati ai soccorritori.
Un viaggio nello spazio italiano
Con il racconto della Emergency Room di e-GEOS prende il via Space Panorama, il format di divulgazione scientifica promosso da Fondazione Leonardo ETS, in collaborazione con e-GEOS e Telespazio.
Un percorso in dieci puntate per scoprire le innovazioni spaziali nate in Italia, attraverso le voci dei professionisti che ogni giorno trasformano la tecnologia satellitare in strumenti concreti al servizio delle persone.