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#6 - I satelliti, sentinelle delle colture. Agricoltura di precisione per raccolti e foreste

In e-Geos si utilizzano dati satellitari per monitorare le colture, lo stato di salute dei campi e dare alle istituzioni informazioni per l'erogazione di fondi e indennizzi. E contrastare gli effetti della crisi climatica anche nei paesi in via di sviluppo dove la desertificazione avanza

Tra le piante di pomodoro che crescono in un campo assolato nel Meridione d'Italia, le foglie sui rami dei noci o della ceiba in Brasile, e i satelliti in orbita, viaggia un messaggero sottile. Luce in lunghezze d'onda invisibili all'occhio umano, ma che portano informazioni preziose sullo stato di salute della vegetazione. Da diversi anni ormai l'uomo ha imparato a raccogliere quella luce e ad analizzarla, così è nata l'agricoltura di precisione: "Si tratta del monitoraggio di un terreno agricolo", spiega Roberta Bruno, technical manager Agrigeo di e-Geos. "I satelliti ci permettono analizzare caratteristiche particolari come stress idrico o stato della vegetazione, anche in caso di presenza di attacchi patogeni".

Stress idrico significa carenza o eccesso di acqua, oppure gli indici possono indicare la presenza di parassiti. Queste informazioni, trasferite sulla mappa di una zona coltivata "possono essere di supporto alle decisioni dell'agricoltore per intervenire, ad esempio, su dove irrigare e quanto, e nell'utilizzo di fertilizzanti. Di fronte ad un cambiamento climatico importante, abbiamo bacini di acqua che sono sempre più carenti, abbiamo bisogno di ottimizzare le risorse idriche e dare un supporto agli agricoltori" aggiunge Bruno.

Dove il campo soffre

Le esperte e gli esperti di e-Geos usano principalmente l'occhio elettronico di Sentinel 2, costellazione europea di osservazione della Terra: dati ottici multispettrali, quindi attraverso lo studio della luce visibile e non visibile, per monitorare lo stato di salute delle piante e la distribuzione all'interno di un campo in base allo stress vegetativo. "Essenzialmente quello che facciamo è classificare il pixel dell'immagine e analizzare quanto si discosta dall'andamento medio del campo", specifica Flaminia Spasiano, analista dei dati satellitari di e-Geos. "Se la deviazione sarà negativa avremo uno stress vegetativo, magari dovuto o un alluvione, una siccità, o magari anche una tubatura che passa sotto quella quella porzione di campo. Se vediamo che nel tempo c'è un'anomalia costante su una determinata area, si può andare a investigare con una risoluzione maggiore, magari con un volo da drone".

I dati raccolti si trasformano in applicazioni e servizi per i contadini stessi, che possono conoscere le condizioni delle proprie colture e intervenire solo lì dove c'è più bisogno. E per le istituzioni.

"L'Europa stanzia ogni anno dei fondi a supporto del salario degli agricoltori, e per supportare le pratiche sostenibili", fa presente Bruno. "In e-Geos gestiamo il controllo sull'erogazione dei fondi da parte dell'Unione Europea. Il monitoraggio satellitare serve a verificare se le pratiche agricole sono coerenti con le dichiarazioni". Ma sono uno strumento utile anche per governi e assicurazioni, che possono erogare indennizzi nelle regioni colpite per danni dovuti a calamità naturali come alluvioni, siccità estreme o epidemie di patogeni. Anche questi alimentati dallo stravolgimento climatico.

Vigilare sulle foreste

Non si tratta solamente di agricoltura di precisione in senso stretto, la risposta della tecnologia multispettrale è utile, in generale, per monitorare ogni tipo di vegetazione.

Da quella urbana, come parchi e giardini, alle foreste di tutto il mondo, mai come in questo periodo preziose nel contenimento degli effetti del global warming e della concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera.

Ma sotto attacco a causa di siccità, incendi alimentati dalle alte temperature e dall'assenza di piogge, e dalla mano dell'uomo: "Grazie ai sensori multispettrali riusciamo a capire se una foresta è soggetta a un attacco patogeno o se è stata distrutta da un incendio o da una una tempesta, se sono in atto pratiche di deforestazione" aggiunge Roberta Bruno.

Sfamare il mondo nell'era della crisi climatica

L'orizzonte ampio dei satelliti e la precisione del loro occhio sono strumenti potenti, proprio perché riescono coprire delle larghe aree e zone anche remote, difficilmente raggiungibili via terra, per esempio nei paesi in via di sviluppo. Lì dove la crisi climatica colpisce in maniera più violenta popolazioni fragili: "Con le immagini satellitari ad oggi e anche andandoli a confrontare con la lunga serie storica che abbiamo a disposizione, ci stiamo rendendo conto che zone che prima erano fertili e coltivate adesso sono perlopiù abbandonate e quindi diciamo c'è una tendenza alla desertificazione", conclude Bruno. "Si stima che nel 2040 nel mondo saremo circa 9 miliardi e quindi è sempre più importante essere sicuri che il cibo sarà disponibile per la maggior parte della popolazione. I satelliti possono dare un importante aiuto per monitorare l'impatto del cambiamento climatico sulle rese agricole".