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#3 - Sulle ali di Moonlight, connessione e navigazione sulla Luna

La terza puntata di Space Panorama racconta della costellazione europea: cinque satelliti in orbita lunare che nei prossimi anni consentiranno alle missioni, pubbliche e private, di essere sempre in collegamento con la Terra e navigare in sicurezza

Pensate di essere su un suolo alieno. Scendete con la vostra astronave, vi avventurate tra dune e avvallamenti e perdete di vista il vostro unico punto di riferimento: il veicolo che dovrete usare per tornare verso casa. Fu il caso degli astronauti dell'Apollo 14: "Uscirono da lander per andare in esplorazione, si allontanarono alcune centinaia di metri e per ritornare dovettero andare a memoria, non conoscendo esattamente la propria posizione" spiega Cristina Valente, a capo del dipartimento Commerciale, sviluppo business, e responsabile del Mercato Asi/Esa di Telespazio. A partire dall'Apollo 15 gli astronauti ebbero a disposizione il Lunar rover vehicle, la "Moon buggy", con un sistema di navigazione inerziale. Alan Shepard e Edgar Mitchell invece faticarono a orientarsi e riconoscere rilievi e crateri sulla mappa. "Grazie a Moonlight questo non succederà più" sottolinea Valente.

Sulla Luna come sulla Terra

La terza puntata di Space Panorama racconta di Moonlight, una costellazione di cinque satelliti alla quale stanno lavorando l'Agenzia spaziale europea (Esa), quella italiana (Asi) e le industrie coinvolte nel progetto, tra le quali Telespazio, per la parte di gestione dei satelliti. Moonlight nei prossimi anni "consentirà a chiunque voglia fare attività sulla Luna, pubblico o privato, di pensare a un problema in meno, perché potrà utilizzare la nostra costellazione per essere sempre in collegamento con la Terra e navigare in sicurezza" sottolinea Fabio Cannone, alla guida del programma Moonlight in Telespazio.

Posizionamento, navigazione, connessione dati, sono servizi che diamo ormai per scontati, molto dipende dai satelliti in orbita a centinaia di chilometri sopra le nostre teste. Sulla Luna tutto questo manca.

Perciò quello che verrà sembra ancora fantascienza, ma almeno tecnologicamente è tutto a un passo. Il programma occidentale, Artemis, guidato dalla Nasa, prevede di far allunare astronauti nel 2027 per la prima volta dall'ultima missione Apollo del 1972. Quello orientale, capeggiato dalla Cina, intende battere gli Usa sul tempo. E poi ci sono le missioni commerciali, che vedono nella Luna un nuovo terreno di sfruttamento: "Moonlight fornirà un link a 250 Megabit, equiparabile più o meno meno alla velocità con cui oggi noi vediamo le immagini sul telefonino - prosegue Cannone - pensate all'innovazione: un astronauta sulla superficie lunare può tranquillamente comunicare in tempo reale con la Terra anche mostrando, attraverso una bodycam, quello che sta facendo".

L'esplorazione lunare, compresa quella alla ricerca di risorse da sfruttare economicamente, si farà soprattutto con rover, robot e umanoidi, "per costruire habitat che ospiteranno gli astronauti, i driller, cioè i trapani: tutte quelle attività per poter andare a verificare la presenza di acqua, minerali qualsiasi altro materiale che potrà essere poi utilizzato anche eventualmente sul pianeta Terra" prosegue Cannone.

Tra le ombre del polo sud

Questa volta la meta non sarà un "mare", bensì la regione del polo sud selenico. La ragione è che ci sono zone in cui il Sole non scende mai sotto l'orizzonte e i suoi raggi arrivano praticamente per tutto l'anno. Questo consente di avere energia senza soluzione di continuità da raccogliere con i pannelli solari.

Nelle altre regioni la luce splende per 15 giorni terrestri, seguita da 15 di buio durante i quali è quasi impossibile operare.

I raggi che arrivano praticamente orizzontali, però, fanno sì che le ombre si allunghino in maniera pericolosa: "La navigazione sulla superficie con queste ombre lunghe non è assolutamente agevole, il rischio di cadere in crateri è abbastanza alto. Moonlight consentirà una guida sicura, essendo anche in comunicazione tempo reale con con i centri di controllo sulla Terra" conclude Cannone.

"Noi sulla Terra siamo abituati al cellulare che fornisce in real time, connettività, posizionamento, ci indica dove siamo e dove stiamo andando. L'obiettivo di Moonlight è trasferire questi servizi anche sulla Luna". Il senso di un progetto è tutto in queste parole di Cristina Valente. Siamo una civiltà spaziale, ci stiamo espandendo oltre le colonne d'ercole della gravità terrestre, come secoli fa si costruivano porti, spianavano strade e stendevano binari della ferrovia su continenti sconosciuti, ora portiamo infrastrutture per operare sulla superficie del nostro satellite naturale, per creare servizi satellitari attorno ad altri mondi. La Luna, il più vicino, è il primo. Poi verrà Marte.