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#2 - Space debris, così Telespazio guida i satelliti ed evita le collisioni

Space Panorama vi porta nella nella Control room del centro spaziale del Fucino, qui si gestiscono le operazioni di collision avoidance, fondamentali per la salute degli asset orbitali, in orbite sempre più affollate da costellazioni e spazzatura

C'è tanto traffico, in orbita. E chi "guida" i satelliti, come Telespazio è in costante attesa di un "allarme". Quello che indica una possibile collisione. In quasi settant'anni, da quando il primo oggetto artificiale, lo Sputnik, è stato lanciato nello spazio, le orbite attorno alla Terra hanno iniziato a essere sfruttate senza una vera regolamentazione internazionale. In questa seconda puntata, Space Panorama vi porta nella nella Control room di Telespazio, al Centro spaziale del Fucino, nella piana di Avezzano, in Abruzzo, dove si gestiscono le operazioni spaziali: "Telespazio si occupa di fare in modo che i satelliti restino nelle nelle orbite a loro assegnate - spiega Andrea Cardellicchio, responsabile delle Operazioni in Telespazio - dobbiamo occuparci anche di fare in modo che non vadano in rotta di collisione con gli altri oggetti che popolano lo spazio, che possono essere detriti o altri satelliti controllati da altri da altri operatori".

Accendere i motori per evitare il pericolo

Il primo passaggio di questo processo è la ricezione di un alert di collisione che tipicamente arriva dal Comando delle operazioni spaziali americane. "Ci inviano un messaggio in cui viene sostanzialmente identificato il rischio di collisione e l'ora in cui, a loro avviso, avverrà - prosegue Cardellicchio - facciamo un'analisi di raffinamento e per avere l'effettiva probabilità di collisione di questo oggetto".

Se necessario si attua una manovra di collision avoidance, al satellite viene comandato di i accendere i propulsori, e quindi alzare o abbassare la sua quota in modo tale da allontanarsi dal pericolo. "Gli oggetti più pericolosi in assoluto sono parti di razzi utilizzati per portare in orbita altri satelliti - aggiunge l'ingegnere di Telespazio - altri rischi sono legati a satelliti a fine vita che quindi non sono più controllati o anche satelliti che non hanno un sistema di propulsione a bordo. È come se fossero senza pilota e aumentano ulteriormente l'affollamento delle orbite e i rischi di collisione per i satelliti che telespazio controlla".

Lo spazio malato: la sindrome di Kessler

Tutti questi oggetti restano naturalmente a orbitare intorno alla Terra, sono particolarmente grandi e quindi pongono un rischio per i satelliti operativi. Soprattutto quelle definite come "orbite basse" (tra i 300 e i 2000 chilometri di altezza) ora sono affollate da migliaia di satelliti.

Sono 10.000 quelli operativi, ma i radar che scandagliano il cielo monitorano anche centinaia di migliaia tra dispositivi ormai "defunti" e quindi ingovernabili, frammenti e milioni di detriti che si sono originati da precedenti impatti, esplosioni di serbatoi e materiali dispersi. Spazzatura spaziale.

Aumentando gli oggetti, aumentano i rischi di qualsiasi tipo di collisione, e a queste velocità in gioco gli effetti sono quasi sempre dannosi o addirittura disastrosi. E generano ulteriori detriti che accrescono ancora di più il rischio di nuovi impatti. Una spirale, un effetto a cascata che potrebbe diventare irreversibile, noto come Sindrome di Kessler, dal nome dell'astrofisico statunitense che ha per primo descritto e segnalato il problema.

Le mega costellazioni come Starlink (fino a decine di migliaia di satelliti) e le altre che verranno (Amazon, e quelle cinesi) sono ovviamente parte del problema. Questo scenario comporta ormai doversi confrontare con gli operatori degli altri satelliti per capire se e quale manovra eseguire.

Celebre è il caso che ha riguardato una possibile collisione con un satellite russo: "Accadde subito dopo l'invasione dell'Ucraina. Sono stati giorni di particolare tensione - racconta Cardellicchio - perché a causa degli dell'interruzione dei rapporti con la Russia abbiamo dovuto compiere una manovra senza il confronto con l'operatore dell'altro satellite e quindi sostanzialmente al buio".