In duemila anni lo hanno spogliato e fatto a pezzi, per recuperare materiali da costruzione, pietre, marmo, travertino, ha sopportato e sopporta terremoti, traffico, concerti. E, nonostante tutto, il Colosseo, simbolo di Roma, da grande vecchio, sta alla grande: "Soprattutto dai dati satellitari, che sono quelli che ci fanno vedere i risultati sul lungo periodo, abbiamo visto che il Colosseo è molto stabile - esordisce Andrea Schiappelli, funzionario archeologo del Parco archeologico del Colosseo - uno dei suoi punti di forza è la sua fondazione anulare costituita da calcestruzzo, quindi un grande misto di malta cementizia, scaglie di basalto, di tufo e verosimilmente anche di macerie della Domus Aurea di Nerone, che i Flavi hanno demolito per fare spazio a appunto all'anfiteatro e ad altri palazzi".
Pomerium, e-Geos ed Esa per l'Antica Roma
Per monitorare alcuni dei più importanti monumenti del centro della Capitale è nato Pomerium: un progetto che e-Geos, insieme ad un consorzio di aziende e istituti di ricerca, ha svolto per conto dell'Agenzia spaziale europea ed ha riguardato lo studio del Colosseo, della piramide Cestia, di parte delle mura aureliane, delle terme di Caracalla e una porzione del Tevere nel tratto che contiene i ponti storici. "Pomerium è un progetto dedicato al monitoraggio delle aggressioni che questi monumenti subiscono in ambiente prevalentemente urbano e quindi alla loro prevenzione e alla giusta manutenzione - spiega Manuela Ferri, project manager di e-Geos - abbiamo analizzato principalmente il rischio di stabilità del suolo, attraverso la procedura interferometrica, basata sull'utilizzo di dati provenienti da satelliti di tipo radar, che sono in grado di monitorare movimenti anche millimetrici o submillimetrici del terreno".
L'inquinamento, le vibrazioni che sono anche quelle dovute a concerti, rumori di eventi, costruzione delle metropolitane, ma anche il semplice passaggio dei tram e dei mezzi pesanti espongono i monumenti a una sollecitazione continua e a un lento degrado, inesorabile: "Questo va assolutamente monitorato per poterlo prevenire e, come dire, bloccare subito in caso raggiunga soglie di rischio" prosegue Schiappelli. "Non c'è solo la frequentazione continua di milioni di turisti ogni anno, anche lo smog è un agente pericolosissimo perché sotto l'azione di alcuni inquinanti - nota Ferri - addirittura determinati materiali cambiano stato, chimicamente parlando, diventano molto più aggredibili dal dilavamento delle piogge, dall'azione del vento e quindi nel momento in cui il materiale diventa più poroso, poi muffe e batteri e muschi li attaccano più facilmente".
I dati raccolti dai sensori di qualità dell'aria, passati al setaccio da modelli basati sull'intelligenza artificiale, hanno restituito una previsione sul tasso di deterioramento delle superfici edifici esposte all'ambiente urbano, in particolare il travertino del Colosseo e il marmo della piramide Cestia.
Il centro di controllo del parco
"Come strategia generale di monitoraggio qui al parco è quella di concentrare le informazioni su una piattaforma unica, dei sensori come velocimetri, accelerometri e fonometri, per esempio, per misurare dei decibel per i rumori come quello dei concerti del Circo Massimo - dice l'archeologo - quindi una sorta di cabina di regia centrale che possa poi mandare gli alert ai vari funzionari che sono incaricati di gestire gli interventi di restauro, di manutenzione per evitare che si superino certe soglie di rischio". I dati satellitari, come quelli radar della costellazione italiana Cosmo-SkyMed e le Sentinelle della costellazione europea Copernicus, misurano le differenze di quota dei monumenti, quindi se si abbassano o se si alzano, a causa di fenomeni nel lungo periodo come terremoti e movimenti del terreno.
Clima, meteo, e beni culturali
Monumenti e beni culturali sono minacciati anche da fenomeni legati alla crisi climatica, come eventi meteo anomali, piogge torrenziali e alluvioni, che gonfiano i fiumi in maniera improvvisa. "Riguardo al corso del Tevere che attraversa la città storica, abbiamo monitorato la presenza di detriti di materiale disperso nelle acque - racconta Ferri - questi grossi accumuli possono ostruire le luci dei ponti e quindi nel caso di ponti storici, come per esempio Ponte Milvio, possono provocare anche dei crolli totali o parziali".
E-Geos usa tecnologie sofisticate, come i gemelli digitali, per modellare e profilare i siti di interesse: "I Digital Twin sono lo strumento per eccellenza perché consentono di visualizzare i dati in un contesto che riproduce esattamente la realtà e visualizzare le previsioni effettuate dalle modellazioni basate su algoritmi di intelligenza artificiale - chiarisce la project manager di e-Geos - quindi si capisce fin da subito che cosa può accadere a quel contesto urbano, come se lo si vedesse attraverso una lente, nel caso si verificassero alcuni tipi di scenario. Abbiamo sperimentato questo argomento e approfondito nel progetto di monitoraggio del sito archeologico di Sibari che è particolarmente esposto a rischio alluvionale e siamo riusciti a costruire uno strumento previsionale attraverso il quale la gestione del parco riesce ad arginare i danni dell'evento negativo che eventualmente si dovesse scatenare, anche perché ne conosce in anticipo la potenziale estensione e la potenziale dannosità".