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Dal Fucino alle stelle: primi passi verso il futuro

Ecco il primo capitolo del ciclo "A Space Story": è il 1961, anno di fondazione di Telespazio e dell'ingresso dell'Italia nel mondo delle telecomunicazioni extra-terrestri.

Una scommessa sul futuro e una decina di ingegneri appassionati: tanto basta per portare l’Italia nello Spazio.

L’avventura inizia il 18 ottobre 1961, quando Italcable e STET, sostenuti dal Consiglio nazionale delle Ricerche e dal ministero delle Poste, danno vita a Telespazio. Spostare sul satellite le telecomunicazioni, fino a quel momento garantite dai soli cavi transoceanici, è un obiettivo ambizioso.

Alla nuova arrivata serve una casa e la Piana del Fucino, in Abruzzo, sembra messa lì apposta.

L’8 marzo 1962 viene posata la prima pietra di quello che negli anni successivi diventerà il più importante teleporto al mondo per usi civili. Dotazione iniziale: un’antenna parabolica di 9,14 metri di diametro e tre furgoni carichi di attrezzature.

A quattro mesi di distanza, il 10 luglio, va in orbita il Telstar I, il satellite NASA capace di connettere per la prima volta America ed Europa.

È una rivoluzione, oltre che una vera e propria mania: i bar lanciano coppe gelato a tema, i parrucchieri propongono acconciature ispirate al satellite americano. In pochi sanno che in tutto questo l’Italia si è già ritagliata un ruolo.

Pochi mesi dopo la sua fondazione, infatti, Telespazio ha firmato un memorandum d’intesa con la NASA per partecipare ai test sui satelliti Telstar e Relay. 

Non bisogna attendere molto per cogliere i primi frutti. Il 18 gennaio del 1964 gli schermi di tutto il Paese trasmettono, grazie alle antenne del Fucino, le immagini della visita del presidente del Consiglio Amintore Fanfani negli Usa. A meno di vent’anni dalla fine della guerra, l’Italia è ufficialmente il quarto Paese al mondo capace di avvalersi di telecomunicazioni extraterrestri