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Occhi a difesa dell’ambiente: arriva COSMO-SkyMed

Nel 2007 lo “Space in Italy” fa un enorme salto in avanti: una costellazione all’avanguardia in grado di soddisfare scopi civili e di difesa. La nuova puntata del ciclo “A Space Story”.

Una gestazione durata oltre dieci anni e culminata il 7 giugno 2007. Quando il primo satellite della costellazione COSMO-SkyMed si stacca dal poligono militare di Vandenberg, in California, è ormai chiaro che niente sarà più come prima.

COSMO Skymed (acronimo di COnstellation of small Satellites for the Mediterranean basin Observation) rappresenta lo stato dell’arte della radaristica. I suoi occhi sono in grado di scrutare la Terra sia di notte che di giorno, in qualsiasi condizione atmosferica, con una risoluzione inferiore al metro. Non solo: i tempi di rivisita della nuova costellazione, che entro il 2010 si arricchirà di altri tre satelliti, sono altissimi: uno stesso punto del globo può essere fotografato ben quattro volte in una stessa giornata.

Ai promotori del progetto, Agenzia Spaziale Italiana e Ministero della Difesa, è chiaro fin dalla progettazione che caratteristiche del genere si prestano a esigenze civili quanto di difesa.

A Telespazio, già dal 2003, viene assegnata la realizzazione del segmento di Terra per il lancio del primo satellite: la stazione del Fucino si occupa della gestione dei satelliti e ne pianifica le operazioni, mentre a Matera ci si occupa di raccogliere, elaborare e diffondere i dati. Il flusso informativo della Difesa è preso in carica dalla base di Pratica di Mare.

COSMO-SkyMed rappresenta per Telespazio una svolta che culminerà due anni più tardi nella fondazione di e-GEOS (partecipata al 20% dall’ASI). Attraverso e-GEOS, specializzata in Osservazione della Terra e unica a poter commercializzare i dati provenienti da COSMO-SkyMed, Telespazio punterà sempre di più sulla protezione del Pianeta e sulla sostenibilità ambientale.

A dicembre 2019 il programma COSMO-SkyMed ha portato in orbita il primo dei nuovi satelliti di seconda generazione, a cui ne prossimi anni ne seguiranno altri. Occhi ancora più performanti per un Pianeta da salvare.