08 marzo 2021
Misura più o meno come mezzo campo da football, 25 metri per 45, ed è la conferma che, nel 1973, non tutte le terre emerse sono già state scoperte.
A largo della costa canadese, c’è ancora un piccolo ammasso di rocce sfuggito a tutte le mappe del Pianeta: Landsat Island. Il suo nome è un omaggio al satellite lanciato in orbita dalla NASA appena un anno prima, il 23 luglio 1972, l’unico in grado di scovare quell’isolotto invisibile, privo di vegetazione e persino di erba.
Era sfuggito a tutti i cartografi, ma alla fine l’attuale “Landasat Island”, un isolotto grande come mezzo campo da calcio, fu scovato per caso in mezzo all’Oceano Atlantico dal satellite omonimo nel 1973. Image Credit: NASA-Landsat8-OLI
Landsat-1 ha una missione senza precedenti, l’osservazione della Terra. Può scrutarne in dettaglio la superficie, registrare i cambiamenti nella vegetazione e rilevare i le modifiche apportate dall’uomo.
Nelle mani di chi sa leggerle, le immagini catturate dal satellite americano possono avere applicazioni infinite e valere come l’oro. Marcello Rodinò, presidente di Telespazio, lo sa bene e non si lascia scappare l’occasione.
La laguna di Venezia fu una delle prime immagini Landsat ricevute al Centro Spaziale del Fucino, dove nel 1977 venne inaugurata un’infrastruttura specializzata a ricevere i dati del satellite americano.
Il 9 maggio del 1974 l’azienda italiana firma un memorandum d’intesa con la NASA per ricevere gratuitamente i dati Landsat e offrirne l’elaborazione in cambio.
Non più solo telecomunicazioni e servizi in orbita quindi: è ora di inaugurare un nuovo filone di attività e installare nuovi impianti ad hoc presso il Centro Spaziale del Fucino. È il big bang di quello che nel giro di pochi decenni, con la nascita di e-GEOS e la partecipazione ai grandi programmi a difesa dell’ambiente, come Coperncius, diventerà un tratto identitario di Telespazio: osservazione della Terra e geoinformazione.