Nelle notti estive, la temperatura di alcune aree del centro di una città può superare anche di 6-7 gradi il dato rilevato dai termometri nelle zone rurali.
Si tratta di un fenomeno di cui abbiamo avuto tutti – purtroppo – un’esperienza diretta, chiamato da urbanisti e architetti “isola di calore urbano”.
Ogni città ha le sue proprie “isole di calore”, determinate dalle specifiche peculiarità del contesto urbano, ma nel tempo sono state individuate le cause comuni che ne concorrono alla creazione, come il massiccio uso di asfalto e cemento, l’altezza degli edifici, la scarsità di spazi verdi, e, in generale, la presenza di superfici scure.
Quest’ultime tendono ad assorbire e conservare il calore, che si concentra così in zone ristrette ma densamente abitate. L’aria calda espulsa dai condizionatori e il traffico automobilistico, poi, aggravano il problema.
Studiare il fenomeno delle “isole di calore” può aiutarci a progettare e adattare al meglio le nostre città e, contemporaneamente, combattere il cambiamento climatico.
Con il 41% del territorio coperto da aree costruite o infrastrutture e una densità di oltre duemila abitanti per chilometro quadrato, l’area metropolitana milanese è particolarmente soggetta, soprattutto nei suoi comuni più settentrionali, al fenomeno delle “isole di calore”.
Per questo, per comprendere come preparare la città alla sfida del riscaldamento climatico e capire come nascono e si sviluppano le “isole di calore”, la Città Metropolitana di Milano ha lanciato il progetto, finanziato dall’Unione Europea, Life METRO Adapt, alla quale, oltre ad associazioni come Legambiente e Ambiente italiana e a CAP Holding ed ALDA, partecipa e-GEOS, una società di Telespazio (80%) e Agenzia Spaziale Italiana (20%), tra i leader mondiali nel campo della geoinformazione e del telerilevamento satellitare.
Il progetto Life METRO Adapt
Orbitando a oltre 300 chilometri sopra le nostre teste, i satelliti di osservazione della Terra ci permettono di ottenere dati precisi e aggiornati sui nostri territori.
In questo modo è possibile realizzare mappe e prodotti cartografici sempre più accurati, che aiutano le autorità a pianificare azioni di adattamento e progettare le più corrette risposte. E non solo, perché i dati satellitari offrono anche un monitoraggio costante, una caratteristica che consente di aggiornare nel tempo, e rapidamente, le informazioni raccolte.
Nel progetto, Life METRO Adapt, ad esempio, e-GEOS ha fornito mappe satellitari in grado di mostrare le anomalie termiche notturne sull’area milanese durante le onde di calore nelle estati dal 2015 al 2018.
Per l’area milanese, in particolare, e-GEOS, ha utilizzato e analizzato i dati delle missioni statunitensi Terra (Modis) e Landsat 8, classificando 5 classi di anomalia termica al suolo. Grazie ai dati raccolti dai satelliti è stato possibile creare delle mappe della Città Metropolitana di Milano che mostrano in maniera chiara ed univoca le zone maggiormente colpite da “isole di calore” nel periodo 2015-2018.
I dati delle anomalie termiche sono stati poi integrati con i dati ISTAT sulla popolazione della città e sono state così individuate a livello territoriale (per classi di censimento) le fasce della cittadinanza più vulnerabili alle ondate di calore, come gli anziani e i bambini.
L’uso combinato dei dati satellitari e dei dati della popolazione più sensibile ha permesso di creare mappe di rischio in grado di regalare alle autorità cittadine un quadro chiaro della situazione in caso di “isole di calore” e avere a disposizione tutti gli strumenti per attuare eventuali azioni correttive, sia in ambito di protezione civile che urbanistico.
Mercoledì 17 giugno si terrà il webinar "Dall’analisi delle vulnerabilità climatiche alle misure di adattamento con soluzioni naturalistiche", organizzato dalla Città Metropolinata di Milano nell'ambito del progetto Life Metro Adapt. Nel corso dell'evento digitale interverranno Monica Palandri e Laura De Vendictis di e-GEOS, che spiegheranno il ruolo dei satelliti nell'ambito dell'intero progetto.